Lo studio del Politecnico di Milano promosso da Fondazione Banco Alimentare ha evidenziato che agricoltura e allevamento donano il 18% mentre il 48% arriva dalle imprese della trasformazione
– Recuperare le eccedenze alimentari provenienti dall’agricoltura è una grande possibilità ma anche una sfida che attraversa tutti i comparti della filiera: produzione, trasformazione e distribuzione. Conoscere e comprendere numeri, percentuali e cause di queste eccedenze consente di focalizzare le energie di enti pubblici, imprese e terzo settore riducendo gli sprechi e trasformando in risorsa sociale queste eccedenze. È per questo che Fondazione Banco Alimentare ha promosso un’indagine, realizzata da Food Sustainability Lab della School of Management del Politecnico di Milano e dalla Fondazione per la Sussidiarietà, che è stata presentata ieri pomeriggio in un convegno dal titolo “Eccedenze in agricoltura: una sfida imprenditoriale che guarda al sociale” organizzato da Banco Alimentare della Sicilia ODV e Compagnia delle Opere Sicilia all’interno di Frutech, l’expo dell’ortofrutta che si chiude oggi a Misterbianco.
L’incontro, moderato da Pietro Maugeri, presidente di Banco Alimentare della Sicilia, ha visto tra i relatori: Niso Randellini, ricercatore del Food Sustainability Observatory del Politecnico di Milano, Sandro Gambuzza, vice presidente nazionale Confagricoltura, ed Emanuele Zappia, presidente di Mercati Agro Alimentari Sicilia e vice presidente di Italmercati.
Dopo i saluti istituzionali di Nino Di Cavolo, presidente SiciliaFiere, e Salvatore Motta, presidente CdO Sicilia e della prof.ssa Alessandra Gentile presidente Comitato Tecnico Scientifico, professore ordinario di arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell’Università di Catania, si è entrati subito nel cuore dell’indagine grazie alla relazione di Niso Randellini.
Agricoltura e allevamento donano il 18% delle eccedenze, mentre il 48% arriva dalle imprese della trasformazione. Valori che devono essere considerati nel comparto di riferimento: le coltivazioni difficilmente diventano eccedenze: se sono di qualità vengono vendute o danneggiate da agenti atmosferici, se non sono buone non vengono raccolte. “La nostra ricerca pluriennale nel settore agricolo – ha precisato Randellini – ha rivelato che è complesso valorizzare le eccedenze, specialmente quelle prodotte in campo. Gli agricoltori sono scoraggiati dal raccoglierle a causa dei costi, costi che potrebbero essere sostenuti da agenti intermedi come il terzo settore, con il supporto dei volontari, per aiutare gli agricoltori e trasformare le eccedenze in donazioni. Un grande risultato in termini di benefici sociali. È possibile, inoltre, andare a intercettare le eccedenze nella fase della trasformazione che è dotata di magazzini logistici in cui si svolge la selezione del prodotto ‘adatto e non adatto alla vendita’ pur essendo, in entrambi i casi, un prodotto buono, sicuro e pronto per il consumo umano”. Perfetto, quindi per il recupero e la distribuzione da parte di enti del terzo settore.
- Sandro Gambuzza, vicepresidente nazionale Confagricolturaha precisato che ogni famiglia spreca ogni anno circa 300 euro di prodotti alimentari l’anno ed i single sprecano proporzionalmente di più. Le imprese agricole più strutturate, che rappresentano circa il 15% del totale del settore, gestiscono le eccedenze e donano di più. “La ricollocazione delle eccedenze, inclusa la donazione, offre un valore aggiunto agli imprenditori in termini di reputazione e rappresentatività. Per questo Confagricoltura intende rafforzare accordi e protocolli già in essere con la Rete Banco Alimentare”.
- Emanuele Zappia, presidente Mercati Agro Alimentari Sicilia e vice presidente Italmercati, ha parlato della convivenza naturale tra MAAS e Banco Alimentare, un modello di simbiosi che dovrebbe essere replicato su scala nazionale. I mercati, infatti, producono eccedenze che, invece di finire in discarica possono trasformarsi in risorse preziose per il terzo settore. “Stiamo inoltre lavorando insieme a Banco Alimentare – ha aggiunto Zappia – per sviluppare la trasformazione delle eccedenze di prodotti ortofrutticoli, in conserve e sughi, per prolungare ulteriormente la loro possibilità di utilizzo”.
- Pietro Maugeri, presidente Banco Alimentare della Sicilia:Grazie allo studio del Politecnico di Milano, abbiamo riscontrato che i donatori sono principalmente grandi imprese strutturate, che sostengono e promuovono l’economia circolare. Presentare questo studio a Catania è di grande valore educativo e fondamentale per incoraggiare le aziende alimentari, le imprese agricole e le istituzioni a riconoscere l’importanza delle donazioni e del recupero delle eccedenze. L’economia circolare si concretizza nel massimizzare il recupero per il consumo umano e, laddove non sia possibile, nel trovare metodi alternativi per recuperare la produzione deperita.
- Domenico Messina, direttore di Banco Alimentare della Siciliaha concluso l’incontro evidenziando che gli incentivi fiscali alla donazione ci sono e sono regolati dalla Legge Gadda, una normativa completa ma che deve sempre essere diffusa e applicata. “Nel comparto della trasformazione alimentare e della distribuzione – ha osservato Messina – abbiamo sviluppato pratiche consolidate di recupero e riuso. Siamo coscienti che in agricoltura c’è ancora molto da lavorare. Questo incontro ha gettato le basi per un lavoro congiunto e proattivo che, attraverso la collaborazione tra Banco Alimentare e il comparto agricolo, possa costruire modelli che arrecano benefici a tutti. Ma per realizzare tutto ciò è necessario il supporto del mondo accademico che fornisce conoscenza e competenza e, grazie al trasferimento tecnologico, può favorire la nascita delle buone pratiche di economia circolare”.
E per mettere subito in campo le buone pratiche, Banco Alimentare della Sicilia sta recuperando i prodotti ortofrutticoli e alimentari presenti a Frutech.